#31
Il Gallaratese di Carlo Aymonino


a cura di
Umberto Ferro e Luca Pilot

progettisti: Carlo Aymonino, Maurizio Aymonino, Alessandro De Rossi, Inis Massarè collaboratori: Giorgio Parlepas, Giancarlo Vaccher, Angelo Marcelli. Milano, 1967-70



«La città contemporanea: non esiste, se si assumono come parametri di giudizio quelli propri della progettazione architettonica. Esistono infatti una serie di fenomeni urbani che si sono costituiti o vanno costituendosi al di fuori o ignorando detti parametri, in particolare per quanto riguarda la ‘qualità abitativa’ (economica e non), che percentualmente è la parte di gran lunga maggiore di ogni estensione urbana contemporanea. Esistono all’interno di tali fenomeni alcuni esempi parziali (progetti e realizzazioni) che indicano alcune linee di ricerca o suggeriscono alcune soluzioni formali che possono costituire in un futuro più o meno prossimo gli elementi fondativi di una nuova struttura urbana, intesa non più come un tutto unitario, morfologicamente riconoscibile, o come un agglomerato indifferenziato, morfologicamente non rilevabile, ma come un insieme di parti, ciascuna riconoscibile nella sua forma ‘parziale’ in quanto relazionata ad un ‘insieme’.
Tali esempi parziali tendono a rifondere in progettazioni unitarie la destinazione ‘abitativa’ (o residenziale) con altre, differenti, destinazioni d’uso urbane: non solo quindi con i servizi direttamente connessi all’abitare – quali i negozi di prima necessità, le scuole materne e gli asili, i campi di gioco ecc. – ma anche con quelli più complessi dello studio, dello scambio e dello svago, senza peraltro investire ancora le destinazioni del lavoro, se si eccettuano alcune, molto parziali, di carattere terziario
.
[…]
Modello generale e soluzione specifica: la ricchezza di occasioni ‘esemplari’, impostate dall’architettura degli ultimi cinquant’anni, è stata quasi sempre ottenuta mediante la messa a punto di modelli.
“Il s’agit donc… d’un prototype, à vrai dire d’une proposition formelle de conditions de vie pour la civilisation machiniste présente”, afferma Le Corbusier nel presentare l’Unité d’habitation de grandeur conforme per 1.600 abitanti, realizzata per la prima volta a Marsiglia.
Il modello non è in relazione con il luogo o con il preesistente, ma con se stesso, con la realizzazione di se stesso. Ne discendono i problemi di individuazione degli elementi standardizzabili, della loro combinabilità, della loro costruzione in serie (prefabbricazione). Il modello può anche inserire, nella propria ‘necessità’ condizioni d’uso più articolate di quella strettamente monofunzionale (nell’Unité, nella sua forma architettonica, sono compresi l’asilo, i negozi, alcuni dei servizi indispensabili all’abitare), tuttavia i rapporti tra le destinazioni d’uso sopra elencate sono assai semplici e stabiliti una volta per tutte: il problema è quindi quello della massima del modello stesso.
Ma è su tale ricchezza di soluzioni formali e sulla contemporanea difficoltà a realizzare modelli indifferenziati, che oggi possono prevedersi soluzioni specifiche, quindi notevolmente diversificate nei ‘luoghi’ della loro applicabilità.
Soluzioni che recuperino in parte i dati morfologici del modello, ma che contemporaneamente ne annullino gli aspetti astratti con i dati concreti del luogo, del preesistente, del possibile ‘pezzo’ di città diversa, rimettendo in gioco – nel loro insieme – i rapporti morfologici e tipologici
».

Carlo Aymonino, 1970



Con questo Petit Tour dedicato ad un’opera magistrale dell’autore e un caposaldo dell’architettura italiana desideriamo ricordare Carlo Aymonino (1926-2010), rifondatore della Scuola di Venezia nella continuità/discontinuità con la lezione di Giuseppe Samonà, nel dialogo con Aldo Rossi e con i membri del Gruppo Architettura, l’insieme di docenti Iuav impegnato in un nuovo approccio teorico-operativo, il cui manifesto furono il Piano e le architetture per la città di Pesaro. Docente dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dal 1963 al 1981 e rettore dal 1974 al 1979, ne indirizzò fortemente la didattica verso gli studi urbani e verso l’impegno progettuale per la città contemporanea, configurando l’identità dello Iuav come Scuola, aperta ad un’intensa dimensione relazionale tanto internazionale quanto incisiva nella città di Venezia.
L’Archivio Progetti è custode del fondo archivistico Aymonino-Barbini (Studio di Venezia) e Aymonino (Studio di Roma).



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