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L’obiettivo dell’architetto:
Enrico Peressutti viaggiatore e fotografo a cura di
Serena Maffioletti
«It would be very important for opening the eyes to history, human life, on why some forms – some architectural forms – are as they are. And then they should come back to the school and – I don’t want to say, be a teacher – just give the other students their opinions, show them what they saw and what they learned abroad.
I think that this could be a valuable discussion among the students: it would produce the sense of growing, the sense of limits, or no limits, to life».
Nella conferenza tenuta alla Princeton University nel 1953 Enrico Peressutti suggeriva agli studenti di compiere grandi viaggi «for improving the sense of criticism and, in order to encourage stronger convinctions, it would be good to give the students more opportunity of discussion»
Enrico Peressutti, intervento a Architecture and the University, Preecedings of conference held at Princeton University, 11-12 dicembre 1953, pp. 60-61
Enrico Peressutti ha viaggiato, fotografato, disegnato, progettato e costruito nei molti paesi dove l’architettura viveva i suoi momenti più fertili del dopoguerra.
Insegnò per diversi anni negli Stati Uniti, attivando, come primo architetto italiano affermato, un dialogo intenso tra quella cultura e la nostra, attraverso corsi, conferenze, mostre, progetti, viaggi e amicizie.
Fortemente impegnato nella professione entro il gruppo BBPR, non insegnò in Italia se non per un brevissimo periodo: conseguita la libera docenza in Composizione architettonica nel 1955, l’architetto, ormai tra i protagonisti della scena milanese e con la Torre Velasca in costruzione, collaborò per tre anni con il direttore dello Iuav, Giuseppe Samonà: segno di reciproco riconoscimento e di stima.
Il Petit Tour ripercorre alcune tappe della vita artistica di Peressutti: gli anni trenta-quaranta nella tensione tra realismo e metafisica; gli anni quaranta come militare nella campagna di Russia e come cittadino attonito per i bombardamenti di Milano; la ricerca di una nuova architettura nelle radici delle culture abitative spontanee; i molti viaggi e le molte amicizie